venerdì 22 maggio 2015

Cannes, Il Piccolo Principe e l'incanto della favola.

E' notizia di poche ore fa che il film dedicato al famoso libro di Saint-Exupery "Il Piccolo Principe" di Mark Osborne, nei cinema italiani dal 3 dicembre 2015 e presentato in anteprima al 68esimo Festival di Cannes, abbia commosso decine e decine di spettatori proprio nel suddetto festival. Mi sono subito chiesta il perchè, al di là del film in questione, il libro e la storia del piccolo principe eserciti sempre un grande fascino sul lettore. Un libro capace di toccare, nella sua estrema semplicità, le corde più profonde delle nostre emozioni, esercitando quasi un ipnotico effetto alla lettura delle frasi che ne scandiscono il ritmo, a volte incalzante, a volte sospeso in aria, nello spazio limbico, proprio come il pianeta in cui è custodita la rosa speciale del piccolo ometto biondo. La risposta che leggo o che sento udire spesso è che leggendo il libro si ha la sensazione di  tornare bambini, riscoprendo dei sentimenti atavici, che con il diventare adulti vengono annebbiati dalle esperienze spesso frenetiche che non lasciano il tempo di assaporare i momenti che viviamo. Invece, personalmente, penso che il Piccolo Principe rappresenti il passaggio proprio dall'età infantile a quella adulta, quando ancora non si è scoperto il mondo ma lo si intuisce dagli incontri con le persone sul proprio cammino. Quel delicato momento in cui si dà un nome ai sentimenti, alle emozioni, quando l'ingenuità lascia spazio alla volontà, la fantasia alla realtà, quando l'inconsapevolezza dovuta all'età fa posto alle scelte, a quella consapevolezza che non solo il bello ed il bene fa parte di noi ma che possiamo continuamente sceglierlo. Ed è questo che mi affascina del Piccolo Principe, che si pone domande, che rivolge domande ai personaggi che incontra, che si pone in ascolto degli altri tanto che questo ascolto diventa la strada preferenziale verso la conoscenza di sè. E così l'amore non è più solo sentimento, ma cura, ascolto, dolore, impegno e scelta, la scelta di crescere, di far diventare il bambino sprovveduto ed esploratore del mondo in un uomo, parte e soggetto di esso.
Quando nel 2002 visitai Parigi nel bookshop del Louvre acquistai una cartolina "Le Petit Prince" che adesso è conservata in quei vecchi album fotografici (quando le fotografie ancora si stampavano) e che mi ricordano che, come diceva il filosofo greco Aristotele, tutto ha inizio con la "meraviglia" e che stupirsi e interessarsi al mondo che ci circonda è segno di vitalità e amore perciò " Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".


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